Luca Luchetti

(Macerata, 1998)

è scenografo e artista visivo,

si è laureato in scenografia

all' Accademia Di Belle Arti di Macerata.

Oggi, oltre ad occuparsi di teatro,

segue una ricerca personale artistica

legata al segno, al gesto, e alla scrittura.

Email: ll.lucaluchetti@gmail.com



C'è un mestiere siderale nelle opere di Luca Luchetti, uno stare piantato all'altezza delle stelle pur abitando la materia umilissima, terrestre della carta, delle matite e dei pennarelli, con le quali lui fa coloratissimi pioli per la sua scalata al cielo. Rigattiere di comete come ultime, scintillanti parole nella notte dei segni, Luchetti costruisce e dista il suo mondo di opera in opera: lo crea e lo smarrisce, lo gioca con la leggerezza dell teatro di figurine, come in una recita d'oratorio di un qualche paesino d'infanzia. E ricorda così che niente è davvero perduto: cade la cometa, e cadendo si salva, spande nel mondo la sua polvere luminosa, il suo sogno ancora celeste.

 

Giorgiomaria Comelio


Per Luca alla sua prima personale.

 

Conosco Luca sotto l'aspetto di studente di Scenografia che non perdeva un'occasione per fare esperienze in teatro, fino a comparire sulle locandine come assistente e in seguito scenografo.

Da sempre ha condotto parallelamente la sua attività di artista. Luca si riposa cambiando lavoro: dà gli ultimi ritocchi ad un bozzetto teatrale, monta un modellino, ritaglia un foglio per i suoi collage, prepara una cornice.

E questa caratteristica gli permette di gestire il suo lavoro nei tempi e nello spazio, e a tal proposito voglio ricordare la sua tesi in cui ha voluto rendere un omaggio a una grande artista da lui stimata, Giosetta Fioroni, con rispetto e autonomia impeccabile.

Luca ha un forte senso della storia intesa come continuità e rispetto di un passato che si esplicita nel suo altro aspetto di collezionista d'arte, attività per molti sembra qualcosa di stantio e pericoloso.

Questo suo affrettarsi, questo costante stare sul pezzo denuncia il suo febbrile amore della vita, che risulta evidente nella sua produzione pittorica, fatta di colori parole filamenti in un liquido tourbillon, a tratti appaiono come uscite da un sogno assumendo una dimensione metafisica.

Cielo e terra sono le parole che più frequentemente si presentano nei suoi lavori, su carta o su tela. A volte è un cielo che fa capolino in mezzo ad elementi vegetali, pennellate veloci che si addensano in figure antropomorfiche, o ad impercettibili strutture architettoniche, silhouette che fluttuano in un universo indefinito.

La voglia di raggiungere di mettere in relazione la terra e l'aria fanno sì che la superficie sia sempre in continuo fermento. Tratti crudi, il segno tagliente risoluto, malinconiche stelle, cuori, montagne aguzze si accompagnano, danzando, a tenui riquadri irregolari a tonalità pastello a volte a aree caratterizzate da decise di timbri cromatici.

Armonia ritmica di punti linee e superfici, con una composizione in cui domina il suo ironico atteggiamento nei confronti del mondo attuale, che si traduce nelle parole di un lavoro in esposizione "ci sono parole nuove tra la terra e il cielo, sono le parole del cuore".

 

Enrico Pulsoni